Tre ragazzi diversi, Clo, Filippo Maria e Giorgio sono i protagonisti di questo libro di Enrico Galiano Tutta la vita che vuoi (Garzanti, Milano 2018). Tre vite con diverse peripezie. Tre vite che hanno tutte bisogno di quel botto salutare che le faccia esplodere. Tre vite che hanno un retroterra di sofferenze diverse: una famiglia mai avuta, una famiglia troppo famiglia che vive fuori, una famiglia troppo importante che vive in pieno centro. Tre ragazzi che hanno tutti un problema vero e che insieme, mescolando le loro differenze e i loro tic, troveranno il modo di partire finalmente per quel grande viaggio che è la maturità e affrontare tutte le sue incognite. Insomma, un metodo veramente originale per offrire un’interpretazione del genere del romanzo di formazione, se proprio vogliamo ricorrere a definizioni convenzionali. Il modo in cui i tre ragazzi sono caratterizzati non può non colpire sin dalle prime pagine il lettore, soprattutto per la capacità di entrare nella particolare condizione di differenza che ciascuno di loro vive: la balbuzie di uno che arriva tardi al funerale del fratello e non sa cosa fare se non rubare una macchina, le umiliazioni scolastiche di un altro che un insegnante di fisica maltratta e lo costringe a fare il botto in classe, il destino di Clo costretta a vita raminga e che affida se stessa a una scatola di bigliettini che scrive in continuazione e che scandiscono la narrazione del libro. In quei bigliettini di Clo ci sarà la soluzione. Solo insieme potranno trovarla, mescolando le proprie differenze e facendone un monumento. Sullo sfondo una città di provincia con i suoi riti immutabili, i suoi personaggi ricorrenti e rispettati come tali, perché servono così come sono. In primo piano tre ragazzi che danno una risposta forte ai propri sentimenti e al bisogno di affrontare in autonomia il proprio rito di passaggio, quella risposta che tutti ancora vorremmo dare e che, se ci riusciamo, non ci farà mai pentire.
Biglietti di viaggio

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