Dopo aver scritto per tanti anni racconti, una selezione dei quali ha avuto una sua vita qui sopra, è uscito il mio primo romanzo Il volo dell’aquilone. E dopo aver scritto recensioni dei libri degli altri, aver letto pagine su pagine di letteratura di tutti i paesi e di tutti i tempi, dovrei dire qualcosa del mio libro, perché, come avviene per tutti gli autori, anche a me non dispiacerebbe avere qualche lettore. Ebbene, si tratta di un romanzo che ha come protagonista una di quelle persone che oggi si chiamano speciali, per non usare parole che potrebbero essere avvertite come politicamente, socialmente e culturalmente non corrette. Giulia è speciale per colpa di una di quelle intermittenze del tempo che la costringe a vedere tutto da un punto di vista originale e non convenzionale, diverso e proprio per questo privilegiato. Il babbo di una sua amica, appassionato costruttore di aquiloni che nella sua vita assumono un significato del tutto particolare, porta un giorno le due bambine a giocare con uno di questi oggetti da lui realizzati. Ma il destino ha altri piani per Giulia e da qui inizierà un cammino nuovo, più difficile, in cui tutto, soprattutto l’amicizia e le relazioni con le persone, assumerà un significato diverso e richiederà l’adozione di un punto di osservazione del tutto lontano dalle più trite convenzioni. La vita di Giulia scorre secondo un principio che lei stessa ha formulato: è la teoria dei paletti. Le barriere, gli ostacoli, le nuove difficoltà della vita non sopportano classificazioni, né schematizzazioni, né, tanto meno, generalizzazioni. Sono di due tipi i paletti di Giulia. Alcuni non possono essere spostati e vanno guardati con rispetto, mai con paura, né tanto meno con rassegnazione. Altri invece possono essere spostati e allora costituiscono traguardi sempre nuovi, ragioni di vita da assaporare ora dopo ora, giorno dopo giorno, incontro dopo incontro. E Roberto sarà uno di questi incontri, quello che convincerà Giulia non soltanto di quanto sia vera la sua teoria dei paletti, ma anche di quanto sia facile sbagliare nel momento in cui li si assegna a questa o a quella categoria. L’amore era uno di questi paletti. Erroneamente era stato ritenuto appartenente alla categoria di quelli fissi; e invece, grazie a Roberto, si è spostato in avanti. Una storia d’amore sì, ma una medaglia che ha il suo rovescio: si tratta del dolore che dal giorno in cui la vita di Giulia si è spezzata in due avvince colui che se ne ritiene causa, il babbo della sua amica; e il dolore vissuto nel senso di colpa finisce per straziare la vita di questa persona, già provata dal destino, proprio nel momento in cui Giulia ottiene il riscatto più bello. Ne nasce un secondo filone narrativo che conferisce al racconto l’andamento di un sogno, oppure di una favola, se preferite. Insomma, la storia di una ragazza speciale, ma non solo. Una storia d’amore vissuta fuori dai tutti i canoni convenzionali. Ma soprattutto un grido di libertà del tutto originale che assume come simbolo proprio l’aquilone, che cercherà di prendere il volo tra tante difficoltà, sapendo che la sua sopravvivenza dipenderà soltanto dalla sagacia di chi, con i piedi ben piantati per terra, ne terrà il filo. Un amore. Un inno all’ascolto. Un volo che spero vogliate tutti provare a comprendere. Questo è quello che pensa chi ha scritto il libro. Voi potrete avere altre idee. Se leggerete e scriverete qualcosa su quello che avrete letto, ne terrò conto e ve ne sarò immensamente riconoscente.
S. Tramonti, Il volo dell’aquilone, Youcanprint, Lecce 2019
https://www.youcanprint.it/fiction-psicologico/il-volo-dellaquilone-9788831633666.html
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