Resta l’immagine di una pagina scritta al risveglio. Ripercorri a ritroso un cammino ben consapevole di trovarti in una singolare dimensione. Trovi un libro sul cuscino. Con quello hai congedato la giornata precedente e con quello battezzi la nuova. In mezzo un sogno, ricco di immagini confuse, che sembrano connesse con quelle pagine. Che cos’è quello che ho in mano? Mi piace pensare che sia più di quanto io possa credere, considerando quante ore della giornata i libri occupano. E allora qualche risposta arriva, pensando al sogno e cercando di dare disperatamente un ordine a quel caos di immagini che s’inseguono nella mente.
Un libro è la ricerca di quello che non hai mai trovato, la voglia di fare quello che non hai mai fatto, la voglia di essere quello che non sei mai stato. Lo cerchi tra le righe. Non lo trovi mai. Proprio per questo cerchi sempre. Proprio per questo leggi.
Un libro è un magma di parole che ti ribolle nell’anima, ti appassiona con immagini di fuoco, ti coinvolge con le catene di quelle parole di cui è pieno. Ogni tanto fa il botto e le fa uscire in mille rivoli. Tu cerchi di salvare qualcosa, ma resti costretto ad ammirare da lontano. Non sarai mai degno di catturare quel premio, anche se non mancherà mai chi ti dirà che lo meriteresti. Le parole sono fuoco. Il fuoco attrae, consuma e brucia. Di parole si vive. Di parole ci si consuma.
Un libro è qualcosa che, ti piaccia o no, resta. Un grande poema che tutti ammiriamo volle essere bruciato dal suo autore in punto di morte. Sapeva che quel libro sarebbe stato lui, la sua immagine. Si rendeva conto di quanto impegnativo fosse un tale lascito ai posteri. Non volle. Non si sentì all’altezza. Lui, che tutti avrebbero ritenuto il più grande, si sentì il più piccolo. Ecco: quello sarà sempre il libro perfetto. Quello che il suo autore non avrebbe mai ritenuto perfetto.
Un libro è un sogno, un luogo in cui si entra per curiosità, alla ricerca di quell’emozione che rende ricchi perché dapprima senza un apparente significato, poi, arrivato all’ultima pagina, forse ne avrà anche troppi e allora ti ritroverai al punto di partenza. È un sogno che ti insegna sempre qualcosa proprio perché non comprenderai la ragione per la quale ci sei entrato, un sogno che lascerà sempre il suggello del suo dubbio. In un sogno non si sa perché si entra. Di un sogno non si sa quale sia l’intendimento. Di un sogno non si sa quale sia la matrice. Morpheus a Nero dice di Matrix che “è il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità”. Nel mio sogno vorrei che il libro fosse esattamente il contrario di tutto questo. Ecco perché quelle parole entrano, ma poi trovano anche l’occasione di uscire. Non vorranno mai che esista uno schermo che ne nasconda il senso profondo. Vorranno essere la semplice espressione di uno spirito che vive in qualcosa di incompiuto e che soltanto lì impara quello che occorre per cercare di apparire il più compiuto possibile.
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